La Shoà spiegata da Fatah: gli ebrei meritavano di essere uccisi a causa di “quello che sono”

Un ennesimo caso di calunnie antisemite veicolate dalla propaganda palestinese

27 febbraio 2019. Il post sulla pagina Facebook di Fatah (clicca per ingrandire)

Con un post sulla sua pagina ufficiale di Facebook, Fatah (il movimento che fa capo al presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen) afferma che gli ebrei meritavano di essere uccisi nella Shoà a causa di “quello che sono”.

Secondo il post messo on-line il 27 febbraio, segnalato e tradotto da Palestinian Media Watch (ma successivamente rimosso dagli amministratoti della pagina o da quelli di Facebook), Fatah spaccia per autentica una presunta testimonianza russa secondo cui nel 1941 degli ebrei si sarebbero prestati senza esitazione a seppellire vivi dei civili russi pur di salvare la propria vita. Diffondendo la calunnia, Fatah mostra di condividere la frase attribuita a un ufficiale nazista, che proclama: “Volevo che vedeste chi sono gli ebrei e perché li stiamo uccidendo”.

Gli esperti di Palestinian Media Watch hanno fatto qualche ricerca e hanno scoperto che la storia diffusa da Fatah presenta alcune analogie con un resoconto riportato il 27 novembre 1942 dalla JTA (Jewish Telegraphic Agency), con una enorme differenza: stando alla testimonianza allora attribuita al sergente dell’Armata Rossa Leizer Lieberman (che a sua volta riferiva il racconto di Zuni Greilich, unico scampato all’eccidio), due gruppi di civili ebrei e ucraini del villaggio di Skarlivka, nella provincia di Kiev, si comportarono entrambi eroicamente rifiutandosi di seppellirsi vivi a vicenda, e di conseguenza vennero tutti trucidati dai nazisti.

Fatah, ha sottolineato Nan Jacques Zilberdik, analista di Palestinian Media Watch, ha pubblicato come autentica una versione falsata della vicenda e ha riportato senza nessun commento le parole con cui il comandante nazista “spiega” lo sterminio degli ebrei nella Shoà in base alla diffamazione antisemita che descrive gli ebrei come malvagi, egoisti e ingrati per natura. “Questo non è che l’ultimo di una lunga serie di esempi di odio antisemita diffusi dalla dirigenza palestinese, che continua ad avvelenare le mente della sua popolazione, specialmente di giovani e ragazzini”, ha concluso Zilberdik.

(Da: Jerusalem Post, PMW Bulletin, 4-5.3.19)

27 novembre 1942. Il lancio dell’agenzia JTA (clicca per ingrandire)