Le mostrine militari hanno preso il posto delle stelle gialle

"Noi, comandanti e soldati delle Forze di Difesa israeliane, siamo le forze di difesa che i sei milioni invocavano incamminandosi ai forni crematori"

Di Aviv Kochavi, capo di stato maggiore delle Forze di Difesa israeliane

Aviv Kochavi, autore di questo articolo

Soldati, comandanti e impiegati delle Forze di Difesa israeliane,
sono trascorsi ottant’anni dall’inizio della seconda guerra mondiale, la più grande guerra dell’era moderna, una guerra che la brutale ideologia nazista ha reso la più sanguinosa e spregevole della storia umana. Le famiglie vennero sradicate dalle loro case, i bambini vennero separati dai loro genitori, l’assassinio di ebrei divenne una consuetudine e un piano sistematico di uccisioni su un intero continente minacciò di cancellare il popolo ebraico dalla faccia della terra e di strappare per sempre le sue radici irripetibili.

Ma il popolo il cui destino sembrava irrimediabilmente segnato riuscì a sopravvivere.

Di più. In quei tempi durissimi, mandò soldati ebrei a combattere nelle forze armate alleate e nelle Brigate Ebraiche contro l’esercito nazista, mentre combattenti e partigiani del ghetto combattevano praticamente a mani nude per la loro vita e la loro libertà.

Molti altri combatterono una battaglia diversa, egualmente ardua, per preservare la propria umanità. Come seppero restare aggrappati alla vita e all’identità ebraica con quel poco di forze che gli rimanevano resta per noi un esempio eccezionale.

I sopravvissuti si diressero poi verso la Terra d’Israele e qui iniziarono da capo la loro vita.

La Stella di Davide sulle ali dei jet che portano il tributo delle Forze di Difesa israeliane volando sopra Auschwitz (foto d’archivio)

Se potessimo udire le voci di quelli del nostro popolo che furono vittime dell’odio e dell’antisemitismo, li sentiremmo chiederci una cosa: di non dipendere mai dalla benevolenza di nessuno. Noi, comandanti e soldati delle Forze di Difesa israeliane – passati, presenti e futuri – siamo le forze di difesa che essi invocavano incamminandosi verso i forni crematori.

A loro nome, ci assumiamo l’impegno di continuare a rievocare la loro storia. Noi, l’ultima generazione che ha avuto il privilegio di ascoltare la loro testimonianza di prima mano, preserveremo ogni disegno ancora esistente e ogni pagina di diario sopravvissuta fino a noi, affinché la loro testimonianza possa continuare ad echeggiare per le generazioni future.

Continueremo a batterci per la sicurezza della nazione, per permetterle di rimanere indipendente e di prosperare affinché le generazioni future possano vivere qui in sicurezza e benessere.

Le stelle gialle cucite sugli abiti di allora sono diventate le mostrine dei combattenti di oggi, e la Stella di Davide sventola oggi orgogliosa sulla bandiera di uno stato di Israele indipendente e protetto. Mentre con una mano rendiamo onore ai caduti, stringiamo l’altra a pugno pronti a sconfiggere ogni minaccia.

Possa il ricordo dei dei milioni essere di benedizione.

(Da: Israel HaYom, 1.5.19)

La Stella di Davide sulla divisa di un soldato israeliano sul Golan che trae in salvo un bambino siriano ferito nella guerra civile (foto d’archivio)