Leader Hamas: Nessuna intenzione di abbassare le armi

Khaled Mashaal ad Al-Jazeera: La tregua faceva parte di una campagna di tattiche.

image_713Il leader politico di Hamas all’estero, Khaled Mashaal, ha dichiarato mercoledì che Hamas non intende abbassare le armi né rinunciare alla “lotta armata” contro Israele finché vi saranno “terre di Palestina occupate”. La decisione di Hamas di aderire a un periodo di cessate il fuoco verso Israele, ha spiegato Khaled Mashaal alla tv Al-Jazeera, faceva parte di “una campagna di tattiche e manovre allo scopo di gettare la palla nel campo israeliani e americano”.
Hamas è una delle fazioni armate palestinesi che avevano concordato un periodo di “calma” durante un incontro inter-palestinese al Cairo nel marzo scorso voluto dal presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). La decisione del Cairo faceva seguito alla dichiarazione congiunta di Abu Mazen e del primo ministro israeliano Ariel Sharon fatta a febbraio a Sharm el-Sheik (Egitto) per cercare di porre fine a più di quattro anni di violenze.
Secondo Khaled Mashaal, che vive e opera a Damasco (Siria), il fatto di aver aderito alla tregua non significa che Hamas abbia rinunciato alla lotta contro Israele. “La nostra posizione è chiara – ha affermato – Noi siamo impegnati a continuare la lotta armata, e non accetteremo nessuno smantellamento dei gruppi della resistenza, né la rinuncia alle armi prima che il nemico se ne sia andato dalla nostra terra. Questa è la nostra ferma posizione, sulla quale non negozieremo mai”.
Khaled Mashaal ha spiegato inoltre che la decisione di aderire alla tregua nasceva anche dal desiderio di dare respiro al popolo palestinese e di “smascherare il gioco di Sharon volto a scatenare conflitti interni palestinesi smerciando una illusione di pace dopo la morte di Arafat”.

Nel frattempo il leader dei terroristi Hezbollah libanesi, Hassan Nasrallah, celebrando il quinto anniversario del ritiro unilaterale israeliano dal sud del Libano, per la prima volta ha ammesso pubblicamente che la sua organizzazione dispone di 12.000 razzi puntati contro Israele, e ha aggiunto: “L’intero nord della Palestina occupata [Israele], con tutte le sue città, fabbriche, fattorie e campi coltivati, ricade all’interno della gittata delle armi dei combattenti islamici. Taglieremo le mani a chiunque cercherà di disarmarci”.

(Da: Jerusalem Post, 26.05.05)