Lo scandaloso boicottaggio accademico britannico

I docenti universitari inglesi non hanno mai ritenuto di adottare sanzioni contro Iran, Siria o Arabia Saudita.

image_666Netta condanna di una decisione “distorta e faziosa”. Questa la presa di posizione del ministero degli esteri israeliano circa la decisione della Britain’s Association of University Teachers di boicottare due università israeliane.
“Il fatto che la Britain’s Association of University Teachers abbia deciso di prendersela con Israele, l’unico stato in tutto il Medio Oriente dove vige completa libertà accademica per tutti i segmenti della popolazione e per tutte le correnti politiche, è in sé scandaloso”, si legge nel comunicato del ministero israeliano.
Il ministero sottolinea il fatto che la Britain’s Association of University Teachers non ha mai ritenuto di adottare simili sanzioni nei confronti di paesi come l’Iran, che l’anno scorso represse con la violenza le proteste degli studenti, o come la Siria, che limita pesantemente la libertà di parola e le attività politiche nei campus universitari, o come l’Arabia Saudita, dove manca la libertà accademica per le donne, e come ciò metta in luce l’ipocrisia e il doppio standard che caratterizza l’atteggiamento dell’organizzazione britannica che ora si impanca a giudice delle università israeliane.
“Questo tipo di decisione – prosegue il comunicato –, adottata in un momento in cui si aprono nuovi spiragli di cooperazione nella nostra regione, non solo non aiuta in alcun modo il processo di pace, ma è anzi destinata a colpire i rapporti accademici che si stanno formando fra istituti israeliani e palestinesi”.
Il ministero sottolinea infine che il governo britannico ha chiarito di condividere la posizione di Israele su questa questione.
Venerdì scorso, con una procedura lampo convocata alla vigilia della pasqua ebraica, allo scopo evidente di escludere dal voto molti membri ebrei, l’esecutivo della Britain’s Association of University Teachers (40.000 soci) ha precipitosamente approvato il boicottaggio di due università israeliane: Haifa e Bar Ilan.
In un clima infervorato, l’esecutivo ha ascoltato le arringhe (senza contraddittorio) di Sue Blackwell e Shereen Benjamin, entrambe lettrici alla Birmingham University, durante le quali Israele veniva definito “uno stato colonialista da apartheid, più insidioso del Sudafrica”, veniva invocata “la rimozione di questo regime”, e veniva detto che le università israeliane “reprimono” la libertà accademica. Dopo di che la presidente Angela Roger troncava la discussione negando il diritto di replica a coloro che erano contrari alla mozione. Accampando “mancanza di tempo”, l’esecutivo veniva fatto votare senza altri interventi.
“I palestinesi non boicottano le università israeliane, perché dovremmo farlo noi?”, ha commentato Hugh Manson, un membro dell’esecutivo a cui è stato impedito di presentare una mozione alternativa che invocava “dialogo, comprensione, la pacifica soluzione dei problemi del Medio Oriente” e “contatti con entrambe le comunità accademiche”.

(Da: Jerusalem Post, 24.04.05)

Nella foto in alto: una veduta del campus dell’università Bar-Ilan