Netanyahu accusa Abu Mazen: “Dopo un giorno, ha già violato l’impegno a ripristinare la calma”

Il primo ministro israeliano avverte: Nella guerra all’islamismo estremista, l’Iran non è un alleato ma un nemico

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Benjamin Netanyahu alla CBS

Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) deve fermare la sua propaganda anti-israeliana affinché si possa ripristinare la calma a Gerusalemme. Lo ha detto domenica il primo ministro Benjamin Netanyahu aprendo la riunione settimanale del governo israeliano.

“Abbas deve fermare l’istigazione che porta alla violenza” ha detto Netanyahu, sottolineando come i mass-media ufficiali dell’Autorità Palestinese abbiano invocato una “giornata della rabbia” venerdì scorso, violando l’impegno ad adottare misure immediate per riportare la calma a Gerusalemme che Abu Mazen si era assunto solo un giorno prima, ad Amman. “Giovedì mi sono incontrato ad Amman con re Abdullah e col Segretario di stato John Kerry – ha detto Netanyahu – e abbiamo lanciato un appello per il ritorno alla calma e alla tranquillità, a per la cessazione di ogni istigazione e violenza. In quell’occasione ho ribadito che non si può fermare la violenza se non si ferma l’istigazione che spinge alla violenza”.

La propaganda degli islamisti estremisti e dell’Autorità Palestinese, ha detto Netanyahu, è una delle radici della mobilitazione violenta contro Israele. Israele, ha aggiunto, è oggetto di una vera e propria guerra d’immagine in cui viene falsamente accusato di voler cambiare lo status quo per quanto riguarda il Monte del Tempio a Gerusalemme. Il primo ministro israeliano ha ribadito ancora una volta che Israele intende preservare lo status quo in base al quale la moschea di al-Aqsa, che sorge sul Monte del Tempio, rimane sotto il controllo del Waqf islamico e solo i musulmani possono pregare in quell’area, mentre ebrei e cristiani la possono visitare ma non vi possono pregare.

In ogni caso, ha detto Netanyahu, Israele farà tutto ciò che è necessario per proteggere i suoi cittadini dalla violenza, compresa l’approvazione di nuove leggi, se necessario.

(Da: Jerusalem Post, 16.11.14)

Agenti della polizia di frontiera israeliana in servizio sulla spianata delle Moschee, sul Monte del Tempio di Gerusalemme

Per immaginare come sarebbe il mondo se l’Iran avesse armi nucleari, basta guardare quello che fa lo “Stato Islamico” (ISIS) con armi normali e camioncini pick-up. Lo ha detto domenica il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu intervistato dalla tv americana CBS. Netanyahu si è detto preoccupato che le sei potenze impegnate nel negoziato con Teheran preferiscano arrivare entro la scadenza del 24 novembre a un cattivo accordo piuttosto che abbandonare i negoziati senza alcun accordo, ed ha esortato le potenze a non fare un accordo ad ogni costo spiegando che un severo regime di sanzioni può offrire una valida alternativa ad un cattivo accordo.

“Guardate quello che l’ISIS sta facendo oggi con fucili d’assalto e camioncini – ha detto Netanyahu – e provate a immaginare quello che potrebbe fare l’Iran se avesse armi nucleari. Penso che sia importante continuare con le sanzioni. L’alternativa a un cattivo accordo non è la guerra. L’alternativa a un cattivo accordo sono più sanzioni, sanzioni più severe che spingano l’Iran a smantellare la sua capacità di produrre bombe nucleari”.

Secondo Netanyahu, ci sono due gruppi di estremisti islamisti che si combattono l’un l’altro in Medio Oriente. Ci sono ISIS e al-Qaeda sul versante sunnita, Iran e Hezbollah sul versante sciita. “Noi vogliamo che vengano sconfitti entrambi – ha detto Netanyahu – L’ultima cosa che vogliamo è che una di queste due parti ottenga armi di distruzione di massa. E’ un errore rafforzare un nemico rispetto all’altro”.

Missile balistico iraniano Sajjil-2, in un'immagine diffusa dall'agenzia iraniana Fars

Missile balistico iraniano Sajjil-2, in un’immagine diffusa dall’agenzia iraniana Fars

Israele, ha spiegato il primo ministro israeliano, è a fianco degli Stati Uniti nella lotta contro l’ISIS, ma avverte che l’Iran non è un alleato in questa guerra. “L’Iran non è un amico. L’Iran è un nemico. Non è un partner. L’Iran è votato alla distruzione di Israele”.

Mentre gli Stati Uniti, insieme a Russia, Cina, Francia, Germania e Gran Bretagna, stanno negoziando con l’Iran, ha detto Netanyahu, il capo supremo dell’Iran, l’ayatollah Khamenei, partecipa a manifestazioni dove si invoca “morte all’America”. E lo stesso Khamenei esorta alla distruzione di Israele. “Quattro giorni fa – ha ricordato Netanyahu – ha specificato nove modi e motivi per l’annientamento di Israele”.

Stati Uniti e Israele sono entrambi impegnati a fermare il programma nucleare iraniano. Ma Israele teme che l’Iran, a meno che non venga costretto a smantellare gli impianti che utilizza per arricchire l’uranio, a dispetto dell’accordo potrebbe diventare uno stato “sulla soglia del nucleare”, vale a dire che potrebbe in qualunque momento decidere di dotarsi in breve termo dell’arma atomica. Le sei potenze stanno negoziando sulla base dell’assunto che gli impianti iraniani possano rimanere al loro posto.

“Voglio essere chiaro su ciò che si deve ottenere – ha detto Netanyahu nell’intervista – Non si tratta solo di impedire all’Iran di avere oggi armi nucleari, ma di impedire che possa avere armi nucleari domani. Ciò significa che non si dovrebbe lasciare all’Iran la capacità residua di arricchire l’uranio necessario per produrre una bomba atomica, né di avere i missili a lunga gittata, i missili balistici intercontinentali, che servono per lanciare una bomba atomica. E sia chiaro – ha concluso Netanyahu – che l’Iran non ha bisogno di missili balistici per colpire Israele: li vuole per poterli usare contro gli Stati Uniti e l’Europa intera”.

(Da: Jerusalem Post, 16.11.14)