Regola numero 1: dare sempre la colpa agli ebrei, attribuire loro ogni possibile nefandezza

Sulle tv palestinesi e siriane, falsità distorsioni e spudorato negazionismo per alimentare odio e calunnie

Per l’Autorità Palestinese e i suoi organi d’informazione la verità non ha molta importanza. Ciò che conta è inculcare nei palestinesi in modo martellante il messaggio che israeliani ed ebrei sono la radice di tutti i mali. Un esempio che ricorre ogni anno è l’incendio doloso nella moschea di al-Aqsa nel 1969. Tutto il mondo sa che il piromane che il 21 agosto 1969 appiccò il fuoco al pulpito ligneo della moschea sul Monte del Tempio di Gerusalemme era un 28enne cristiano australiano di nome Michael Rohan affetto da disturbi mentali (arrestato e processato in Israele, venne giudicato squilibrato, ricoverato in un istituto psichiatrico e nel 1974 estradato in Australia “per ulteriori cure psichiatriche vicino alla sua famiglia”). Ma la verità dei fatti è del tutto irrilevante per la tv ufficiale dell’Autorità Palestinese che anche quest’anno, nella ricorrenza dell’evento, ha trasformato Rohan in un “ebreo” e “un colono estremista”:

Conduttore della tv dell’Autorità Palestinese: “Oggi ricorre il 53esimo anniversario dell’incendio della benedetta Moschea di al-Aqsa. In questo giorno del 1969, un ebreo estremista con cittadinanza australiana, un terrorista di nome Denis Rohan, si infiltrò nella moschea di al-Aqsa e diede deliberatamente fuoco all’ala orientale della benedetta moschea di al-Aqsa.

Reporter della tv dell’Autorità Palestinese: “53 anni dal crimine d’aver incendiato la benedetta moschea di al-Aqsa nell’agosto del 1969, commesso da un colono estremista con cittadinanza australiana, un terrorista di nome Michael Denis Rohan, che appiccò deliberatamente le fiamme all’ala orientale della moschea di al-Aqsa”.
(Da: TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 21.8.22)

Ogni anno, nell’anniversario del fatto, l’Autorità Palestinese continua a ripetere la calunnia del colpevole “ebreo”, nel solco della campagna che ormai da un secolo accusa ebrei e Israele di voler “distruggere” la moschea di al-Aqsa per alimentare odio e violenze. In questo contesto, per le fonti palestinesi qualsiasi ebreo che visiti il Monte del Tempio viene definito “un colono” e la visita in se stessa viene etichettata come “un’aggressione” o “un’invasione”. In molti casi, i mass-media dell’Autorità Palestinese definiscono una “profanazione” la semplice presenza di ebrei in quello che è, fra l’altro, il luogo più sacro dell’ebraismo.
(Da: palwatch, israele.net, 9.9.22)

Secondo l’Autorità Palestinese, gli ebrei non hanno alcun legame storico con la Terra d’Israele. In realtà, nessun osservatore minimanente onesto e informato potrebbe mai negare l’antico e radicato legame ebraico con la Terra d’Israele, avvalorato anche da decine di migliaia di reperti archeologici. Negli anni Venti del XX secolo lo stesso Consiglio Supremo Musulmano descriveva il Monte del Tempio di Gerusalemme come “uno dei più antichi del mondo, la cui santità risale a tempi antichissimi e la cui identificazione con il sito del Tempio di Salomone è fuori discussione”. Per negare il legame storico degli ebrei con Israele, l’Autorità Palestinese ha inventato un’intera realtà alternativa nella quale gli ebrei/israeliani non hanno nessuna storia, cercano di “rubare” l’identità e il patrimonio culturale dei palestinesi e i reperti archeologici che dimostrano inequivocabilmente il legame fra ebrei e Terra d’Israele sono tutti falsi:

Faiqa Al-Sous, scrittrice e poetessa: “[Gli israeliani] volevano commercializzare nel mondo i falafel come se fossero loro… Non hanno nessun retaggio, nessuna storia o retaggio. Cercano di rubare il nostro retaggio…”.

Conduttore della tv ufficiale dell’Autorità Palestinese: “Tentano di commercializzare il retaggio del popolo palestinese e l’abbigliamento palestinese come se facessero parte del patrimonio israeliano e come se loro avessero un posto qui in questa terra. Anche negli scavi sotto la moschea di al-Aqsa e ovunque, tentano di mettere delle monete, come per [dire]: “Qui abbiamo trovato monete e questa terra è nostra”. Sono tentativi continui di falsificazione”.

Faiqa Al-Sous: “Mentono. Sanno che stanno mentendo e il mondo sa che stanno mentendo… Guardate il mondo malvagio: noi, la cui narrazione è affidabile, non dobbiamo pubblicarla, mentre loro diffondono la falsa narrativa, la falsa narrativa dell’occupazione”.
(Da: TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 16.7.22)

Il chiaro scopo di questa falsa propaganda è convincere i palestinesi che gli ebrei sono unicamente dei colonizzatori stranieri, dei “ladri” venuti ad abitare una terra con la quale non avrebbero nulla a che fare.

N.B. Il falafel è un cibo, probabilmente di antichissima origine egiziana, diffuso da secoli in tutto il Medio Oriente e che ha sempre fatto parte della tradizione di comunità anche non islamiche come i cristiani copti e gli ebrei mizrahi (mediorientali e nord-africani). Gli ebrei mizrahi, che oggi costituiscono il più numeroso sotto-gruppo di ebrei in Israele, hanno portato e diffuso in Terra d’Israele le loro antiche tradizioni culinarie, musicali ecc. sin dalle loro prime immigrazioni 140 anni fa. Ma pubblicistica e propaganda palestinese devono sistematicamente ignorare l’origine mediorientale della maggior parte degli ebrei israeliani (molti dei quali cacciati a forza dai paesi arabi) perché essa contraddice e sconfessa la narrazione palestinese che descrive gli israeliani come colonizzatori stranieri.
(Da: palwatch, israele.net, 4.9.22)

La bolla di menzogne in cui si sviluppa e auto-alimenta la propaganda anti-israeliana non può che sfociare in manifestazioni di negazionismo e antisemitismo così spudorate e abiette da cadere persino nel ridicolo. In una trasmissione dello scorso 4 agosto sull’emittente iraniana in lingua araba Al-Alam Syria, un supposto esperto siriano di affari israeliani, Muhammad Nasour, ha affermato che l’obiettivo del movimento sionista è sterminare i palestinesi e altre nazioni con ogni mezzo, comprese le bombe nucleari che “i sionisti” hanno già usato nel 1945 su Hiroshima e Nagasaki. L’esperto spiega che tutte le guerre e le distruzioni a cui il mondo ha assistito sono un prodotto della “mente talmudica” che ha concepito I Protocolli dei Savi Anziani di Sion. Nasour si produce poi nella funambolica operazione di negare la Shoà e al contempo attribuirne la colpa agli ebrei:

L’esperto siriano di affari israeliani Muhammad Nasour: “L’obiettivo del movimento sionista è sterminare i palestinesi o altre nazioni. Questo è il loro obiettivo. È il fine che giustifica i mezzi, anche l’uso di bombe nucleari come fecero nei loro test [nucleari] nel 1987 nel deserto della Nigeria orientale. Il movimento sionista ha lanciato bombe nucleari, anche se nominalmente è stato fatto dagli Stati Uniti, sulle città di Hiroshima e Nagasaki. La lobby sionista e la mente sionista hanno collaborato con il presidente Harry Truman e i comandanti delle forze armate statunitensi. Tutte le distruzioni, le guerre, i conflitti e le uccisioni a cui il mondo ha assistito sono un prodotto della mente talmudica, che in seguito ha prodotto I Protocolli dei Savi di Sion. […]
Ci fu un accordo fra i rabbini di Amburgo e Adolf Eichmann, che perpetrò il cosiddetto Olocausto nel campo di concentramento di Auschwitz. Ovviamente, lì morirono solo disabili e malati. Il [numero dei morti] è stato gonfiato a milioni. Questo non è vero. Contattai all’epoca l’ambasciatore dell’Olp in Austria. Erano gli anni ’50, ed era sposato con una tedesca. Gli parlai delle circostanze storiche di quei campi. Mi disse che era andato in quei cosiddetti ‘campi’ e ai forni [crematori] di cui parlano. I forni erano di nuova costruzione, ma vennero sfruttati per… Questi forni funzionavano con combustibile normale e non potevano assolutamente essere usati per bruciare persone”.
(Da: memri.org, israele.net, 4.8 – 12.9.22)

Se sorge il dubbio che invettive di questo genere possano essere definite “discorsi di odio”, si ascolti la spiegazione che ha offerto Bassam Al-Agha, del sindacato “Al-Quds” della Jihad Islamica Palestinese in Siria, durante una trasmissione dell’emittente di Gaza Palestine Today dello scorso 21 agosto. Anche Bassam Al-Agha cita a sostegno delle sue tesi gli immancabili Protocolli dei Savi di Sion, che a suo parere dovrebbero far parte dei programmi scolastici arabi per insegnare ai giovani “come pensano gli ebrei” e quale “pericolo” rappresentino. Insomma, puro antisemitismo di stampo nazista:

Bassam Al-Agha, Jihad Islamica Palestinese: “Noi musulmani e arabi comprendiamo la nozione occidentale di discorsi di odio in modo diverso. Allah ha detto: ‘Troverai che i più forti nell’ostilità verso i credenti sono gli ebrei e i politeisti’. Questo costituisce un discorso di odio? Queste sono le parole di Allah. L’Occidente lo considera un discorso di odio. Come musulmano, lo vedo come un principio della mia fede. Gli ebrei sono i più ostili verso i credenti e la gente in generale. Lo ammettono nei Protocolli dei Savi di Sion, dove dicono: ‘Noi siamo il popolo eletto di Dio e tutte le altre nazioni devono morire o diventare schiavi degli ebrei’. Lo dicono loro stessi. Perché i Protocolli dei Savi di Sion non sono considerati discorsi di odio contro l’umanità, mentre i versetti coranici che chiariscono e svelano i crimini storici degli ebrei sono considerati discorsi di odio? […]
I Protocolli dei Savi di Sion, che sono stati pubblicati dal sionismo globale e che hanno mostrato al mondo gli obiettivi e il pericolo degli ebrei e come essi vedono l’umanità e il mondo, perché questo libro non è incorporato nei programmi scolastici e insegnato agli studenti in modo che gli studenti arabi sappiano come pensano gli ebrei?”.
(Da: memri.org, israele.net, 21.8 – 12.9.22)

Sullo storico falso antisemita Protocolli dei Savi di Sion, si veda:

Enciclopedia Treccani: I Protocolli dei savi Anziani di Sion

Governo Italiano, Presidenza del Consiglio dei Ministri. Pregiudizi Antisemiti: Protocolli dei savi anziani di Sion

Enciclopedia dell’Olocausto: I Protocolli degli Anziani di Sion

Wikipedia: Protocolli dei Savi di Sion

Moked.it: Savi anziani di Sion, epopea di una menzogna planetaria

Cesare G. De Michelis, Il manoscritto inesistente. I “Protocolli dei savi di Sion”, 2004

Norman Cohn, Licenza per un genocidio. I “Protocolli degli Anziani di Sion”. Storia di un falso, 1969

Sergio Romano, I falsi protocolli. Il “complotto ebraico” dalla Russia di Nicola II a oggi, 1992

Congresso degli Stati Uniti, Senato. Committee on the Judiciary. Protocols of the Elders of Zion: a fabricated “historic” document. A report prepared by the Subcommittee to Investigate the Administration of the Internal Security Act and Other Internal Security Laws (Washington, U.S. Govt. Printing Office, 1964)