Agenti palestinesi hanno attaccato il parlamento a Gaza

Le bande armate (e in uniforme) si oppongono con le minacce alla ristrutturazione delle forze palestinesi

image_727Per il secondo giorno consecutivo, giovedì, membri delle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese hanno manifestato con violenza contro la decisione del presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen) di procedere alla ristrutturazione della dozzina di apparati armati teoricamente agli ordini dell’Autorità Palestinese. La protesta è diventata particolarmente violenta quando centinaia di agenti della Forza di Intelligence Militare palestinese hanno fatto irruzione nella sede del Consiglio Legislativo (parlamento) a Gaza, scambiando colpi d’arma da fuoco con i poliziotti palestinesi che lo presidiavano. Già il giorno prima una cinquantina di palestinesi della stessa unità aveva bloccato le principali strade e dato l’assalto a edifici delle istituzioni dell’Autorità Palestinese in varie parti della striscia di Gaza.
Rappresentanti dell’Autorità Palestinese a Ramallah hanno accusato il comandante dell’Intelligence Militare, Musa Arafat, d’essere all’origine della sommossa. Musa Arafat, cugino di Yasser Arafat, è stato destituito dalla carica due mesi fa. Secondo fonti palestinesi, da allora ha continuato a fomentare i suoi seguaci contro la dirigenza dell’Autorità Palestinese: “Non si ancora fatto una ragione d’essere stato licenziato”, spiegano.
Testimoni oculari sostengono che giovedì almeno seicento palestinesi, fra agenti in uniforme e uomini di Fatah col volto coperto, hanno marciato per le strade di Gaza gridando slogan contro Abu Mazen e il suo ministro degli interni Nasser Youssef. Si sarebbe trattato della più grande manifestazione di questo tipo organizzata da membri delle forze di sicurezza palestinesi e uomini armati di Fatah da quando Abu Mazen è succeduto a Yasser Arafat. Fonti palestinesi temono che possa segnare l’avvio di una vera ribellione contro l’amministrazione di Abu Mazen. I manifestanti brandivano armi di vario genere, fra cui mitra d’assalto, granate e lancia-razzi. Molti hanno sparato colpi in aria, gridando “traditore” e “collaborazionista” all’indirizzo del ministro Nasser Youssef. Giornalisti locali hanno riferito di scambi di colpi d’arma da fuoco per più di un’ora fra manifestanti e poliziotti di guardia all’edificio del parlamento palestinese. Non vi sarebbero state vittime. Alcuni attaccanti sono riusciti a penetrare nell’edificio, mettendo in fuga i poliziotti palestinesi, e hanno iniziato a sfasciare finestre, porte e mobili.
Gli uomini dell’Intelligence Militare palestinese sono furibondi per la decisione dell’Autorità Palestinese di smantellare la loro unità nel quadro di un piano volto a raggruppare le varie forze di sicurezza palestinesi per cercare di porre fine all’attuale situazione di caos e illegalità in cui versano. Sono anche assolutamente contrari alla decisione di far confluire la loro unità all’interno delle Forze di Sicurezza Nazionali dell’Autorità Palestinese. In una loro dichiarazione, gli agenti accusano il ministro Youssef di cospirare contro le forze di sicurezza palestinesi “con l’aiuto dei nostri nemici, Israele e Stati Uniti”. La dichiarazione sostiene che Yasser Arafat aveva ostinatamente resistito alle pressioni per “indebolire” le forze di sicurezza palestinesi e aveva minacciato di punire coloro che adesso sono implicati in quello che viene definito un complotto, cioè Abu Mazen e Nasser Youssef. “Coloro che sono implicati in quest’ultimo complotto sono mercenari corrotti che pregiudicano il destino delle nostre forze di sicurezza e del nostro popolo – continua la dichiarazione – Essi stanno facendo tutto questo con il pretesto delle riforme, ma la verità è che sono dei ladri e degli opportunisti al servizio dei piani sionisti contro di noi”.

(Da: Jerusalem Post, 3.06.05)