Come ogni anno, il 29 novembre l’Onu cancella (e insulta) la storia degli ebrei

Dura denuncia dell’ambasciatore d’Israele alle Nazioni Unite

In un video postato su Twitter, l’ambasciatore d’Israele alle Nazioni Unite Gilad Erdan ha severamente criticato l’Onu per quello che ha definito un tentativo di “cancellare la storia ebraica”. Erdan ha attaccato l’organizzazione per aver commemorato l’anniversario del voto dell’Onu sul piano di spartizione del 1947 con un evento a sostegno della “causa palestinese” tutto incentrato sulla “narrativa” anti-israeliana.

Il piano, noto come risoluzione 181, prevedeva la spartizione dell’area della Palestina Mandataria britannica in due stati: uno ebraico e uno arabo. Il 29 novembre 1947 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la risoluzione, che venne accettata dalla popolazione ebraica del Mandato, ma respinta dagli arabi che dichiararono che ne avrebbero impedito l’attuazione con la forza.

L’ambasciatore Erdan sta partecipando con il World Jewish Congress a una campagna intitolata “Non cancellare la storia ebraica” volta a colmare il vuoto di conoscenza sulle vicissitudini degli ebrei che in quegli anni vennero perseguitati e cacciati dai paesi del Medio Oriente dove vivevano da secoli, in certi casi da millenni. Nell’ambito della campagna, sono stati portati dei camion davanti alla sede delle Nazioni Unite a New York con cartelli che mostravano a coloro che entravano nell’edificio immagini di profughi ebrei espulsi dai paesi arabi e dall’Iran.

Nel suo video Erdan ha anche criticato le Nazioni Unite per aver promosso il cosiddetto “diritto al ritorno”, vale a dire la pretesa che milioni di discendenti dei profughi palestinesi abbiamo il “diritto individuale e inalienabile” di stabilirsi in qualunque momento, non nel futuro stato palestinese, bensì all’interno del territorio sovrano dello stato d’Israele.

Clicca la foto per il video su Twitter

Ambasciatore Gilad Erdan: “Il 29 novembre, esattamente 74 anni fa, le Nazioni Unite riconoscevano il diritto del popolo ebraico a uno stato. Gli ebrei e Israele accettarono quel piano di spartizione. I palestinesi e i paesi arabi lo rifiutarono e cercarono di distruggerci.

I palestinesi e i paesi arabi non solo attaccarono Israele, lo stato ebraico. Essi altresì perseguitarono, trucidarono e infine scacciarono le comunità ebraiche dai loro stessi paesi. Scandalosamente, questa atrocità viene completamente ignorata dalle Nazioni Unite.

Al contrario, le Nazioni Unite hanno l’impudenza di organizzare un evento di solidarietà per i palestinesi proprio nell’anniversario della decisione dei palestinesi di optare per la violenza. E nel giorno in cui i palestinesi scelsero la violenza, l’Onu ha l’audacia di promuovere la vergognosa e falsa “pretesa del ritorno”, una pretesa che porterebbe all’annientamento totale dello stato ebraico.

In questo modo, promuovendo e amplificando da un lato la falsa e pericolosa narrativa dei palestinesi, e mettendo a tacere le vere e tragiche storie dei profughi ebrei espulsi dai paesi arabi e dall’Iran, l’Onu cancella la storia ebraica e distorce la verità. E noi non permetteremo mai che ciò accada. Siamo qui oggi per dire alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale che la nostra storia non sarà mai messa a tacere, e che la nostra storia non verrà mai cancellata”.

(Da: twitter.com, Times of Israel, YnetNews, 29-30.11.21)