Editoriali del 28 giugno

Se ne discute in Israele: alcuni commenti dalla stampa israeliana

image_3171YEDIOT AHARONOT commenta gli incidenti di lunedì in cui i sostenitori del rabbino Dov Lior, di Kiryat Arba, hanno alternativamente marciato e bloccato il traffico – fra le altre cose – per protestare contro la sua detenzione per essere interrogato dalla polizia a causa della sua approvazione di un libro che si dice inciti alla violenza verso i non-ebrei. L’editoriale dichiara che “i rabbini, più degli altri, devono essere esaminati attentamente. La loro importanza come leader religiosi sta nell’esempio personale che danno, non nell’esaltazione della gente. Quando un rabbino è chiamato per essere interrogato, deve presentarsi.” Tuttavia, il giornale sostiene che mentre le autorità sono state zelanti, fin dall’assassinio del Primo Ministro Yitzhak Rabin, nel perseguire l’istigazione da parte degli estremisti di destra, “lo stato d’Israele è stato straordinariamente paziente verso un diverso tipo di istigazione: ignora sgarbatamente un rispettato professore che esorta ad aggredire i coloni, ignora un annunciatore radio che diffonde odio e, soprattutto, chiude gli occhi di fronte a centinaia di impiegati islamici che apertamente diffamano e calunniano nelle moschee all’interno dello stato ebraico.” L’editoriale chiede che questi ricevano lo stesso trattamento del rabbino Lior.
(Da: Yediot Aharonot, 28.06.11)

YISRAEL HAYOM scrive: “Quale che sia la ragione, non è chiaro perché qualcuno a Gerusalemme abbia deciso di offrire ai media internazionali una ragione per guadagnare qualche punto alla vigilia della partenza dello show provocatorio noto come ‘la seconda flottiglia per Gaza.’ Qualcuno al National Information Directorate ha pensato che i corrispondenti stranieri dovrebbero essere minacciati e ammoniti che ‘la partecipazione alla flottiglia è una violazione internazionale della legge israeliana ed è passibile di condurre alla negazione ai partecipanti del visto di ingresso nello stato d’Israele per dieci anni, fino alla confisca della loro attrezzatura e ad ulteriori sanzioni.’” L’editoriale afferma che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha fatto bene, lunedì, quando ha deciso di riconsiderare il problema,” e loda la sua decisione di inviare giornalisti stranieri sulle navi della marina israeliana che controllano il blocco anti-Hamas sulla striscia di Gaza.
(Da: Yisrael Hayom, 28.06.11)

Scrive il JERUSALEM POST di sperare che, nonostante la testarda insistenza dei partecipanti alla flottiglia di tentare di infrangere il blocco marittimo israeliano sulla striscia di Gaza controllata da Hamas, “vinceranno ragione e pressioni internazionali e la flottiglia di Gaza non muoverà testardamente verso lo scontro.” L’editoriale afferma che “impedire il ripetersi del disastro della Mavi Marmara, ritirandosi da un confronto con le forze israeliane spinto da motivazioni errate e totalmente inutile, sarebbe il modo migliore per gli attivisti della flottiglia di commemorare il recente primo anniversario.”
(Da: Jerusalem Post, 28.06.11)

HA’ARETZ commenta l’annuncio da parte dell’Autorità Palestinese della sua intenzione di cercare il riconoscimento unilaterale dell’ONU di uno stato palestinese a settembre, ed esorta il ministro della difesa Ehud Barak a “fare un passo avanti e spingere per i negoziati.” L’editoriale dichiara che “come leader di un partito che dovrebbe detenere il fulcro della coalizione, è suo dovere assumere il ruolo di adulto responsabile”. E aggiunge: “Se il governo mantiene la sua intransigenza, la terza intifada sarà chiamata con il nome del ministro della difesa.”
(Da: Ha’aretz, 28.06.11)