I veri vincitori dell’Eurovision 2019 – video

Gli artisti della Shalva Band con cecità, sindrome di Down e altre disabilità hanno entusiasmato milioni di persone. Avevano abbandonato la competizione per non violare lo Shabbat, ma sono stati invitati come ospiti speciali

Le due voci della band Shalva durante l’esibizione di giovedì scorso all’Eurovision di Tel Aviv

La Shalva Band, composta principalmente da giovani adulti con varie disabilità, si è esibita giovedì sera alle semifinali dell’Eurovision Song Contest a Tel Aviv e ha immediatamente conquistato il cuore del pubblico. La band, composta da otto israeliani affetti da cecità, sindrome di Down e altre disabilità fisiche e dello sviluppo, ha eseguito una versione di “A Million Dreams”, dal film The Greatest Showman, interpretandola come un’esortazione a tutti a non smettere mai di sognare.

Al termine della performance, il gruppo ha ricevuto una lunga standing ovation e la conduttrice Bar Refaeli è sembrata trattenere a stento le lacrime mentre seguiva la loro esibizione. Tra le migliaia di spettatori che hanno condiviso sui social network l’emozione per la speciale performance di Shalva, anche il primo ministro Benjamin Netanyahu che ha scritto: “Avete commosso il mondo!”.

La band era arrivata alle finali di HaKochav Haba (E’ nata una stella), la competizione canora israeliana che determina chi rappresenta il paese all’Eurovision. Pronosticati vincenti con alti voti da parte di giudici e pubblico, i membri del gruppo hanno rinunciato perché partecipare alla finale dell’Eurovision di sabato sera avrebbe comportato la mancata osservanza dello Shabbat ebraico. Israele ha tentato invano di persuadere la European Broadcasting Union ad adattare le regole per consentire alla band di competere senza esibirsi di Shabbat, ma la richiesta è stata respinta. Alla fine, Israele è stato rappresentato dal cantante Kobi Marimi.

La Shalva Band è nata nel 2005 come parte del programma di musicoterapia dell’organizzazione Shalva, l’associazione israeliana per la cura e l’inclusione delle persone con disabilità, e da allora si è esibita un po’ in tutto il paese. Una settimana prima dell’Eurovision, a Yom HaAtzmaut, la Giornata dell’Indipendenza d’Israele, si è esibita durante la cerimonia principale a Gerusalemme.

Alla conferenza stampa di mercoledì i componenti della band Shalva hanno detto che esibirsi al concorso internazionale significava realizzare un vero sogno. “Non ci siamo arrivati come avremmo voluto – ha detto una delle due cantanti leader, Dina Samteh – Ma va bene anche così: siamo stati scelti per rappresentare lo stato di Israele e quello che noi siamo, e per condividere il nostro messaggio. E per noi è un grande onore. Quando abbiamo iniziato a suonare insieme, la gente non stava ad ascoltarci. Abbiamo lavorato sodo e migliorato sempre più, credendo in noi stessi. Dopo un sacco di duro lavoro, siamo approdati a HaKochav Haba, e all’inizio non credevamo di essere abbastanza bravi per arrivare in finale”.

Il direttore della band, Shai Ben-Shushan, dice che la risposta che hanno ricevuto dall’apparizione nello show è stata incredibile. “Abbiamo impresso un grande cambiamento nella società israeliana – spiega – Oggi, quando camminiamo per la strada, gli israeliani vogliono abbracciarci: non perché siamo una sorta di ‘trovata’, ma perché siamo bravi a fare quello che facciamo. La risposta entusiasta del pubblico è molto più importante, per noi, dell’Eurovision”. Alla domanda su progetti e sogni per il futuro, Samteh risponde: “Siamo già dentro un nostro sogno. Vogliamo solo continuare a creare e interpretare canzoni e a esibirci in Israele e all’estero”.

(Da: Jerusalem Post, Times of Israel, 17.5.19)