Nel mondo arabo, il lockdown continuerà a lungo dopo il coronavirus

Odio e violenza, alimentati da fanatismo religioso razzismo antisemitismo e xenofobia, sono il vero blocco che impedisce al Medio Oriente di funzionare come una società moderna e tollerante

Di Fred Maroun

Fred Maroun, autore di questo articolo

Quando è iniziato il lockdown, la chiusura sociale causata dall’epidemia di covid-19, immediatamente sono stato assalito dall’angoscia di ritrovarmi nella guerra civile libanese da cui sono venuto via 36 anni fa. Quando mi trasferii per la prima volta in Canada, ero perseguitato dall’incubo di ritrovarmi di nuovo in Libano. Un incubo che non ho più da tanto tempo, ma ora il lockdown da covid-19 ha riportato a galla i peggiori ricordi.

Sotto il lockdown da covid-19 abbiamo tutti sperimentato molte delle restrizioni e delle ansie che noi avevamo vissuto durante la guerra civile libanese: impossibilità di uscire liberamente da casa, carenza di beni di base, disoccupazione diffusa, problemi economici, separazione di famiglie e amici, chiusure di scuole e aziende, limitazioni nei viaggi e negli spostamenti, tanta incertezza e tanta paura nel fare cose che in precedenza avevamo dato per scontate come entrare in un negozio o persino camminare per la strada. Più inquietante di tutto, la sensazione di essere impotenti e di non avere alcun controllo né conoscenza di quando la situazione potrà migliorare.

Queste circostanze sono piuttosto comuni in Medio Oriente a causa delle sue infinite guerre e del terrorismo, a loro volta causati da fanatismo, oscurantismo, razzismo, antisemitismo e xenofobia: uno scenario che condiziona il Medio Oriente da ben prima del coronavirus e che continuerà a condizionare il Medio Oriente anche dopo che il coronavirus sarà stato messo sotto controllo.

Raduno della Jihad Islamica palestinese a Gaza

Il mio amico Aboud Dandachi, un profugo siriano che ora vive in Canada, ha recentemente rilasciato un’intervista in cui ha parlato dell’antisemitismo che in passato lui ha visto profondamente radicato nella società araba. Parlandone, Aboud ha detto che “l’antisemitismo è dato per scontato, non viene mai messo in discussione, è indottrinamento in stile sovietico, gli ebrei sono il demonio in quel genere di sistema educativo”. Ma Aboud è ottimista riguardo al presente e al futuro delle relazioni tra Israele e mondo arabo. Dice: “In questo momento è in corso un profondo cambiamento, specialmente nei paesi del Golfo, circa l’atteggiamento arabo nei confronti di Israele. Alla fine di questo decennio credo che le relazioni tra i paesi del Medio Oriente saranno irriconoscibili rispetto a ciò che sono adesso”.

Tuttavia, anche se le relazioni arabe con Israele potrebbero migliorare, la situazione generale in Medio Oriente non migliora. Persistono guerre, terrorismo e minacce di altre guerre e terrorismo. Tranne che in Israele, il Medio Oriente non ha la cultura liberale e le istituzioni democratiche necessarie per funzionare come una società moderna in cui dispute e differenze possono essere risolte in modo pacifico. Anche se a poco a poco il mondo arabo può rendersi conto che gli ebrei non sono i suoi nemici, e certamente che gli israeliani non sono degli sprovveduti, quello che ancora non capisce è che odio e violenza non sono suoi alleati.

Esaltazione della violenza nella propaganda palestinese

Se il mondo arabo avesse accettato il piano di spartizione delle Nazioni Unite del 1947 tra Israele e Palestina invece di rifiutare con la violenza il concetto stesso di uno stato ebraico, gli arabi palestinesi oggi celebrerebbero 72 anni di indipendenza insieme a Israele, in un loro stato delle stesse dimensioni di Israele. Invece, la prospettiva di uno stato palestinese è più lontana che mai. Odio e violenza non sono stati di nessuna utilità ai palestinesi e continuano a non essere di nessun utilità per i palestinesi e gli arabi in generale.

Il mondo arabo e gran parte del mondo musulmano hanno estremo bisogno di un radicale cambiamento nella loro cultura, e devono iniziare con l’anteporre alla religione i diritti umani e i diritti civili. La religione di per sé, se presa in dosi ragionevoli, non è intrinsecamente cattiva. Ma è certamente suscettibile di essere usata per il male perché esige obbedienza cieca: è l’ingrediente che consente a tiranni e signori della guerra di dominare il Medio Oriente. Immersi in una cultura di fanatismo, oscurantismo, razzismo, antisemitismo e xenofobia, alimentata dalla religione, gli arabi e la maggior parte dei musulmani continueranno a vivere l’incubo del lockdown per molto tempo dopo che il resto del mondo se lo sarà messo alle spalle. Tutto questo deve cambiare radicalmente.

(Da: Times of Israel, 3.5.20)