Patriottismo arabo israeliano

Latteggiamento degli arabi israeliani è molto diverso da quello espresso dai loro leader.

Da un articolo di Alexander Yacobson

image_1085Dai dati di un’approfondita indagine presentata all’ultima Conferenza di Herzliya emerge che il 94% degli ebrei israeliani e il 27% degli arabi israeliani si dichiarano pronti a combattere per proteggere il proprio paese. “Solo il 27%”: queste le parole con cui i mass-media hanno presentato i dati, sottolineando la notevole differenza fra la risposta degli ebrei e quella degli arabi cittadini d’Israele.
“Solo il 27%”? Sembra poco che, nelle presenti circostanze, in un paese che non richiede ai suoi cittadini arabi in generale la leva obbligatoria, un arabo israeliano su quattro si dica pronto a difendere il paese?
Il resto dell’inchiesta presenta un quadro dell’atteggiamento degli arabi israeliani verso lo Stato assai più positivo di quanto non emerga dalla pubbliche dichiarazioni della maggior parte dei leader e dei portavoce della comunità araba israeliana: il 44% degli arabi d’Israele si dichiara “fiero d’essere cittadino israeliano”; il 24% si definisce “decisamente patriottico”; il 35% si definisce “un po’ patriottico”.
Israele è meglio di altri paesi? Il 66% degli ebrei israeliani pensa di sì, ma lo pensa anche nientemeno che il 77% degli arabi israeliani.
Anche il dato di tendenza risulta positivo. Nel 2000, “solo” il 22% degli arabi israeliani diceva d’essere pronto a combattere per il paese. Nel 1995 “solo” il 55% diceva che Israele è meglio di altri paesi.
Chiaramente, quando gli arabi parlano di “altri paesi” hanno in mente soprattutto i paesi arabi vicini. Ma quale dei loro leader direbbe mai pubblicamente che Israele è meglio della maggior parte degli altri paesi?
Secondo altri sondaggi, una netta maggioranza degli arabi israeliani è pronta ad accettare la definizione di Israele come uno stato “ebraico e democratico” purché permanga l’eguaglianza per la minoranza di cittadini arabi e sia garantita l’esistenza di uno stato palestinese al suo fianco.
La maggior parte dei parlamentari arabi israeliani inviano un messaggio completamente diverso ai loro concittadini ebrei. Uno di loro definisce Israele “un piccolo ragno” (quello grande essendo gli Stati Uniti), un altro concede interviste alla tv sullo sfondo di una gigantografia dello sceicco Yassin (fondatore di Hamas), un altro va a festeggiare insieme agli jihadisti libanesi di Hezbollah, un altro spedisce telegrammi di felicitazioni a Saddam Hussein, un altro ha mandato telegrammi ad Assad padre siglandoli “Nazareth, Palestina”, un altro offre il suo sostegno ad Assad figlio. Il più autorevole sceicco della leadership araba israeliana rifiuta la legittimità di Israele come stato-nazione ebraico, vale a dire il principio su cui si fonda la soluzione due popoli-due stati.
I cittadini ebrei d’Israele sentono, vedono e si fanno le loro opinioni.
Non c’è motivo per credere che i parlamentari arabi israeliani siano tagliati fuori dagli umori del pubblico che li ha ripetutamente eletti. Le dichiarazioni estremiste che rilasciano sono pensate per attirare elettori, non per allontanarli. Ma i sondaggi d’opinione dimostrano che l’atteggiamento degli arabi israeliani verso lo Stato è per lo meno ambivalente, proprio come è complessa e ambivalente la realtà delle cose, mentre i loro leader danno voce solo e unicamente al lato negativo di quell’ambivalenza.
Solo gli elettori arabi possono cambiare questo stato di cose, eleggendo altri e diversi rappresentanti. In ultima analisi, è l’elettorato che sceglie i propri rappresentanti con libere elezioni. I parlamentari arabi israeliani potranno trovare qualcos’altro da fare, anche se non saranno più impegnati a organizzare feste per celebrare le vittorie di Hezbollah.
Quando i cittadini arabi israeliani arrivano all’aeroporto internazionale Ben-Gurion e sottostanno ai controlli cui devono sottostare in quel posto, quello non è certo il momento in cui si ci possa aspettare che si sentano “decisamente patriottici” e nemmeno “un po’ patriottici”. Le necessità della sicurezza sono comprensibili. Ma lo Stato fa realmente ogni possibile sforzo per limitare al massimo i disagi ai suoi cittadini arabi? Ne dubito. Parlamentari arabi che si battessero con determinazione per i diritti dei loro elettori, e che fossero realmente votati a difendere il diritto di entrambi i popoli all’indipendenza nazionale, renderebbero un grande servizio all’intera società israeliana in tutte le sue componenti.

(Da: Ha’aretz, 30.01.06)

Nella foto in alto: Asalla Shahada (al centro), araba israeliana del villaggio settentrionale di Sakhnin, che si è aggiudicata il primo oro (200 metri rana) alle Maccabiadi 2005

Vedi anche:

Stato palestinese? No, grazie

https://www.israele.net/prec_website/nesarret/072aris.html