Volti vecchi e nuovi nel nuovo governo Netanyahu

Sintetica carrellata dei nomi del 37esimo governo israeliano

Alon Haddad, partner del nuovo presidente della Knesset Amir Ohana, assiste al suo discorso d’investitura insieme ai loro figli adottivi

Dopo un anno e mezzo all’opposizione, il leader israeliano più longevo, Benjamin Netanyahu, 73 anni, è tornato al potere portando al giuramento un governo di coalizione con partiti di estrema destra e ultra-ortodossi. Giovedì la Knesset, presieduta dal neo-eletto presidente Amir Ohana, il primo politico dichiaratamente gay a ricoprire la carica, ha votato la fiducia al nuovo governo con 63 voti a favore su 120.

Qui di seguito, una sintetica carrellata dei nomi che siederanno nel 37esimo governo d’Israele, iniziando dal partito conservatore di Netanyahu, il Likud, la più grande formazione nel parlamento israeliano avendo ottenuto 32 seggi alle scorse elezioni (le quinte in meno di quattro anni).

Come ministro della difesa, Netanyahu ha scelto l’ex generale delle Forze di Difesa Yoav Galant. Con decenni di servizio militare alle spalle, Galant doveva essere nominato capo di stato maggiore nel 2010, ma la sua candidatura venne bloccata da Netanyahu a causa di accuse relative a una questione di appropriazione di terreni pubblici vicino all’abitazione di Galant nel moshav Amikam. Al suo posto venne nominato l’attuale ministro della difesa uscente Benny Gantz. Più di un decennio dopo, Galant subentra a Gantz al Ministero della difesa.

Eli Cohen, 50 anni, è stato nominato ministro degli esteri e formerà con Netanyahu e Galant il cruciale gabinetto di sicurezza nazionale. Cohen servirà come ministro degli esteri per un anno, per poi scambiare l’incarico con Israel Katz, sempre del Likud, al Ministero dell’energia.

Il 37esimo governo israeliano (clicca per ingrandire)

Altre nomine del Likud comprendono Haim Katz come ministro del turismo, Yoav Kisch come ministro dell’istruzione, Yariv Levin come ministro della giustizia, Avi Dichter come ministro dell’agricoltura e dello sviluppo rurale e Shlomo Karhi come ministro delle comunicazioni.

Inoltre, Miri Regev sarà ministra dei trasporti; l’ex membro di Yamina Idit Silman è nominata ministra della protezione ambientale; Miki Zohar ministro della cultura e dello sport e Ofir Akunis ministro della scienza e della tecnologia.

Uno dei membri più recenti del Likud, il controverso transfuga da Yamina Amichai Chikli, sarà ministro per gli affari della Diaspora, responsabile anche dell’Autorità per lo sviluppo e gli insediamenti dei beduini. L’ex sindaco di Gerusalemme Nir Barkat è stato nominato ministro dell’economia mentre l’autrice e pubblicista Galit Distel Atbaryan è stata nominata ministra presso l’ufficio del primo ministro.

Una delle novità più eclatanti nel governo Netanyahu è Itamar Ben-Gvir, capo del partito di estrema destra Otzma Yehudit, che diventerà ministro della sicurezza nazionale. Al partito di Ben-Gvir andranno anche il Ministero del Negev e della Galilea, che viene separato dal Ministero per le periferie sociali, e il Ministero per il patrimonio culturale.

Il leader del partito Sionista Religioso Bezalel Smotrich diventa ministro delle finanze, ma ricoprirà anche il nuovo ruolo di ministro distaccato all’interno del Ministero della difesa. Il suo collega di partito, Ofir Sofer, diventa ministro dell’aliyà e dell’assorbimento, mentre Orit Strock diventa ministra delle missioni nazionali.

Il partito sefardita ultra-ortodosso Shas si è assicurato sei portafogli ministeriali, di cui due attribuiti al leader del partito, Aryeh Deri: il Ministero dell’interno e il Ministero della Salute. Shas otterrà anche i portafogli per i servizi religiosi e il welfare.

Il solo esponete nel governo della formazione ultra-ortodossa ashkenazita Ebraismo Unito della Torà sarà Yitzchak Goldknopf, che assumerà la carica di ministro dell’edilizia e dell’abitazione.

(Da: YnetNews, 29.12.22)