A Hamas conviene sostenere l’escalation da dietro le quinte

Che chiuda un occhio o che non sia in grado di controllarli veramente, al gruppo terrorista palestinese fanno comunque comodo gli attentati dei presunti lupi solitari

Di Avi Issacharoff

Avi Issacharoff, autore di questo articolo

Come era prevedibile, Hamas ha condannato “l’occupazione” per il suo “ennesimo crimine”, cioè l’uccisione sabato da parte delle Forze di Difesa israeliane di quattro palestinesi di Gaza pesantemente armati che tentavano di infiltrarsi in Israele per effettuare un attentato in grande stile. Tuttavia, il gruppo terroristico islamista palestinese è stato anche ben attento a definire i quattro terroristi “giovani arrabbiati”. “I continui crimini dell’occupazione spingeranno giovani arrabbiati a compiere attacchi da lupi solitari” ha dichiarato il portavoce di Hamas Abdul Latif al-Qanou, lasciando intendere che questa non era un’azione condotta per conto di Hamas quanto piuttosto un attacco autonomo di terroristi “solitari”.

Tuttavia tutte le immagini pubblicate da vari mass-media di Gaza mostrano chiaramente che non si trattava affatto di adolescenti improvvisati, bensì di adulti ben armati che hanno attraversato il confine d’Israele con la chiara intenzione di uccidere e forse prendere in ostaggio cittadini israeliani. Secondo fonti di Gaza, tre dei quattro uccisi erano sicuramente combattenti in forza a Hamas almeno fino a tre mesi fa, dopodiché si sarebbero avvicinati a uno dei gruppi salafiti più estremisti in competizione con Hamas, l’organizzazione terroristica che controlla la striscia di Gaza dal 2007.

I recenti eventi a Gaza si prestano a due possibili spiegazioni. La prima è che Hamas chiude volentieri un occhio sui suoi combattenti (o ex combattenti) che cercano di compiere attentati. Solo una settimana e mezzo fa il gruppo terrorista ha affermato che uno dei suoi membri era “andato fuori controllo” quando ha attraversato il confine con Israele e ha aperto il fuoco contro una squadra delle Forze di Difesa israeliane, causando tre feriti e impegnando i militari per quasi due ore prima di essere ucciso.

Alcune delle armi (razzi anticarro RPG) di cui erano dotati i quattro terroristi palestinesi che hanno tentato di infiltrarsi sabato da Gaza in Israele

E ora, un commando di membri (sino a poco tempo fa) di Hamas, armati fino ai denti e ben addestrarti su come attraversare il confine, ha nuovamente tentato di realizzare un attentato massiccio. “Lupi solitari” che hanno tratto ispirazione dall’attacco del primo agosto? Forse. Ma in ogni caso, l’eventualità che Hamas stia chiudendo uno o due occhi su tali tentativi costituisce uno sviluppo preoccupante per Israele e anche per gli abitanti di Gaza. La cosa comporta drammatiche implicazioni per la realtà nel sud di Israele, poiché è chiaro che se l’attacco alla vigilia della festa musulmana di Eid al-Adha avesse avuto successo, ora Israele e Hamas si troverebbero nel mezzo di un grande vampata di violenze di cui gli abitanti palestinesi nella striscia di Gaza sarebbero stati i primi a subire le conseguenze.

Ma la seconda possibile spiegazione è altrettanto preoccupante. Hamas vuole evitare l’escalation, soprattutto per salvaguardare il flusso di denaro che le arriva del Qatar insieme a nuovi progetti di ricostruzione. Questo significa che la capacità di Hamas di controllare il territorio non è più totale? Forse. Ma le due possibili spiegazioni potrebbero persino coesistere. Può darsi che a Hamas vadano bene in ogni caso questi “attacchi da lupi solitari” che tengono sotto pressione Israele e mantengono una tensione permanente con lo stato ebraico senza che Hamas debba effettivamente farsi carico della responsabilità di ciò che accade al confine.

Così facendo Hamas traccia una linea diretta con le sue operazioni in Cisgiordania. L’organizzazione – con l’aiuto dei terroristi scarcerati nel 2011 nel ricatto per la liberazione dell’ostaggio Gilad Shalit, e che ora si trovano nella striscia di Gaza – sta facendo tutto il possibile per innescare una forte escalation in Cisgiordania. Il recente attentato omicida a Gush Etzion, a sud di Gerusalemme, in cui è stato pugnalato a morte sul ciglio della strada il 18enne israeliano Dvir Sorek, è l’ultimo esempio di questa strategia. Anche in quel caso, a Hamas ha fatto comodo distinguersi, almeno in parte, dall’incidente che ha celebrato senza assumersene la responsabilità diretta.

Il gruppo terroristico vuole trarre il massimo vantaggio da entrambi i lati: mantenere viva la sua lotta armata contro Israele, evitando al contempo di complicarsi la vita con un’altra guerra contro Israele. Ma è una linea molto sottile da percorrere, e una sola mossa sbagliata potrebbe alla fine risultare fatale per Hamas nonché, sfortunatamente, per i civili sia israeliani che di Gaza.

(Da: Times of Israel, 10.8.19)

Shimrit Meir

Scrive Shimrit Meir: Si può ragionevolmente supporre che Hamas stia surrettiziamente sviluppando un nuovo metodo di combattimento che sta testando da qualche tempo, come quei missili lanciati “per sbaglio”, teoricamente senza l’autorizzazione dei grandi capi dell’organizzazione.

La logica di Hamas è allo stesso tempo complessa e molto semplice. Il capo di Hamas nella striscia di Gaza, Yahya Sinwar, vuole continuare a godere dei frutti che gli derivano dall’accordo di cessate il fuoco, ma non esiterebbe a buttare via tutto se ciò gli garantisse risultati ancora più grandi. Sinwar è poi convinto che Israele non voglia essere coinvolto in un’altra guerra a Gaza, il che gli dà libertà d’azione lungo il confine.

Pertanto, se l’azione dei quattro palestinesi fosse sfociata in un incidente clamoroso come la presa in ostaggio di un soldato o civile israeliano, la dirigenza di Hamas avrebbe rivendicato il successo come proprio. Il fatto che invece siano stati scoperti e “trasformati in martiri” non è poi così terribile per Hamas: è solo un po’ scomodo.

Hamas sa bene che la popolazione di Gaza è esausta, quindi il suo scenario preferito è reindirizzare il fuoco in Cisgiordania (come si visto la scorsa settimana con l’assassinio del 18enne Dvir Sorek) o ancora meglio alla spianata sul Monte del Tempio.
(Da: YnetNews, 11.8.19)