Il Golan sarebbe già tornato alla Siria se Damasco avesse accettato di riconoscere Israele

Lo ha detto l’ex presidente egiziano Mubarak ricordando il rifiuto di Assad delle offerte negoziali avanzate da Netanyahu nel 1998

Un carro armato siriano sul Golan, risalente alla guerra di Yom Kippur del 1973

La Siria respinse un’offerta israeliana di cedere le alture del Golan in cambio della normalizzazione delle relazioni fra i due paesi e dell’apertura di rispettive ambasciate. Lo ha detto l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak ai mass-media egiziani.

“Contattai gli israeliani – ha detto Mubarak, citato mercoledì dal quotidiano al-Hayat – per cercare di recuperare le alture del Golan, e loro chiesero in cambio l’apertura di un’ambasciata israeliana a Damasco e di un’ambasciata siriana nel loro paese come una sorta di riconoscimento da parte siriana dello stato d’Israele”. Secondo il reportage del giornale pan-arabo edito a Londra, le trattative del 1998 tra Israele, all’epoca guidato da Benjamin Netanyahu al suo primo mandato come primo ministro, vennero respinte dall’allora presidente siriano Hafez al-Assad (padre dell’attuale presidente Bashar al-Assad). Il riconoscimento della sovranità israeliana sulle alture del Golan da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump lo scorso 25 marzo, ha aggiunto Mubarak, “è il risultato del fallimento di quei colloqui”. Mubarak ha anche detto ad al-Hayat che, mentre l’ex primo ministro israeliano Ariel Sharon era più incline alla collaborazione, “Netanyahu è uno dei negoziatori più difficili” con cui abbia avuto a che fare.

L’anno scorso Uzi Arad, ex consigliere di Netanyahu, ha detto a radio Galei Tzahal che negli scorsi dieci anni il primo ministro israeliano ha tenuto due cicli di negoziati “seri” con Damasco (a quel punto sotto Bashar al-Assad) sulla possibilità di cedere le alture del Golan alla Siria. Il primo round di negoziati nel 2009 fu abbandonato finché Washington non riuscì a convincere i due paesi a impegnarsi in colloqui indiretti l’anno successivo. I colloqui iniziati nel 2010 vennero però interrotti bruscamente nel 2011 a causa dello scoppio della guerra civile siriana. Secondo un reportage del 2012 di Yediot Aharonot, che citava un alto funzionario americano direttamente coinvolto nei negoziati, i colloqui erano “seri e di ampia portata e probabilmente si sarebbero conclusi con un accordo se non fossero stati interrotti” dalla guerra civile.

Giugno 1996: il presidente egiziano Hosni Mubarak (a sinistra) con il presidente siriano Hafez al-Assad (al centro) e al principe ereditario saudita Abdallah, all’aeroporto di Damasco al termine di un incontro nella capitale siriana

L’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Israele Dan Shapiro ha dichiarato al Jerusalem Post che la base dei negoziati era il principio “terra in cambio di un accordo di pace” analogamente al trattato di pace tra Israele ed Egitto del 1979. Ma, ha aggiunto Shapiro, “era tempo perso: i siriani non sono mai stati realmente disposti a porre fine alle loro relazioni con l’Iran e al loro sostegno a Hezbollah. Questo, per il regime di Assad, era molto più importante che recuperare le alture del Golan”. All’epoca Shapiro, che poi sarebbe stato ambasciatore degli Stati Uniti in Israele tra il 2011 e il 2017, si trovava a Washington ed era coinvolto nel coordinamento politico presso il Consiglio di Sicurezza Nazionale.

Israele conquistò dalla Siria le strategiche alture del Golan, un’area di circa 1.200 kmq, durante la guerra dei sei giorni del giugno 1967 e vi applicò la sua giurisdizione a partire dal 1981. L’accordo di disimpegno delle forze del 1974, firmato dopo la guerra di Yom Kippur dell’anno precedente, istituì una zona cuscinetto tra i due paesi che è stata pattugliata da caschi blu delle Nazioni Unite fino a quando questi non subirono minacce e sequestro ad opera dei ribelli siriani nel 2014, per poi mettersi in salvo in Israele. Le truppe del regime siriano hanno riconquistato la Siria meridionale sette anni dopo averla persa, e sono tornate sulle loro posizioni insieme ad operativi di Hezbollah. Attualmente sono schierate lungo il confine del Golan sia le forze di pace delle Nazioni Unite che la polizia militare russa. Il mese scorso le Forze di Difesa israeliane hanno annunciato d’aver scoperto una rete di Hezbollah sulle alture del Golan progettata per agire contro Israele non appena le venisse dato l’ordine di farlo.

(Da: Jerusalem Post, 10.4.19)