Quell’enorme mappa della “Palestina” nell’ambasciata di Abu Mazen a Tunisi (e l’abituale condanna delle “conseguenze” della Dichiarazione Balfour)

Per chi avesse ancora dei dubbi su qual è il vero obiettivo non solo di Hamas, ma anche dell’Autorità Palestinese

L’ambasciata dell’Autorità Palestinese in Tunisia, nella foto pubblicata dal quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida (23.10.21)

In conformità a “ordini e direttive” del presidente Abu Mazen, l’Autorità Palestinese ha istituito più di 100 ambasciate palestinesi in tutto il mondo: lo ha sottolineato la tv ufficiale dell’Autorità Palestinese  (23.10.21), presentando una di queste ambasciate, quella che si trova in Tunisia.

La sua caratteristica è che quando il personale e i visitatori vi arrivano, si trovano di fronte a un’enorme rappresentazione della mappa della “Palestina” che cancella tutto Israele:

La cosa non sorprende – nota Nan Jacques Zilberdik, di Palestinian Media Watch – dal momento che l’Autorità Palestinese esibisce e promuove questa mappa in tutti i contesti possibili, senza eccezioni.

Il messaggio della mappa è chiarissimo: Israele non ha diritto di esistere e obiettivo dell’Autorità Palestinese è cancellare lo stato ebraico e assicurarsi la sovranità sull’intera area.

E’ a questo scenario che fa riferimento Ahmad Assaf, supervisore generale dei mass-media ufficiali dell’Autorità Palestinese e supervisore generale della Awdah TV gestita da Fatah, quando, nel servizio della tv di Abu Mazen, parla dei “simboli della Palestina” che si trovano “in ogni angolo” dell’ambasciata in modo che i visitatori possano “collegarli immediatamente con ciò che accade nella Palestina occupata”. Ecco il testo:

Ahmad Assaf: “Il design di questa ambasciata corrisponde perfettamente alla natura del lavoro di un’ambasciata della Palestina. In questa ambasciata abbiamo trovato molti simboli palestinesi, in altre parole, c’è uno dei simboli della Palestina in ogni angolo. Naturalmente, oltre al meraviglioso design di questa ambasciata, sono riusciti a fondere la meravigliosa struttura geometrica e il design geometrico e hanno aggiunto ad essi i simboli palestinesi, in modo che ogni ospite o visitatore che entra in questa ambasciata possa immediatamente vedere questi simboli e connetterli immediatamente con ciò che accade nella Palestina occupata”.
(Da: TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 23.10.21)

(Da: palwatch.org, 31.10.21)

 

Giovedì scorso, in vista del 104esimo anniversario della Dichiarazione Balfour (2 novembre 1917), l’Autorità Palestinese ha nuovamente confermato la sua posizione fondamentale secondo cui non ci sarà mai pace finché Israele non sarà distrutto.

Dopo aver definito la Dichiarazione Balfour “il più spregevole piano colonialista globale della storia”, un abituale editorialista del quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida ha continuato:

“Oggi, dopo 104 anni, il mondo è ancora incapace di correggere questo errore storico e questa grave ingiustizia ponendo fine al progetto colonialista sionista. Dopo 104 anni, il conflitto continua ancora e non si fermerà fino a quando questa promessa e le sue conseguenze non saranno annullate”. (Da: Al-Hayat Al-Jadida, 28.10.21)

In altre parole – spiega Maurice Hirsch, di Palestinian Media Watch – finché il “progetto sionista” (cioè Israele) non sarà “cancellato”, la guerra palestinese contro Israele continuerà.

Manifestazione contro la normalizzazione con Israele davanti all’ambasciata degli Emirati Arabi Uniti a Tunisi: sullo striscione, l’immancabile mappa che cancella Israele dalla carta geografica

Quest’anno, il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen ha emesso un “decreto presidenziale” con cui ha ordinato che nell’anniversario della Balfour la “bandiera nazionale” palestinese fosse issata a mezz’asta su tutti gli edifici governativi palestinesi, comprese le ambasciate e gli uffici di rappresentanza all’estero. L’anno scorso, i tribunali dell’Autorità Palestinese tennero un “processo” contro il Regno Unito chiedendo che fosse ritenuto responsabile della dichiarazione e delle sue conseguenze. Naturalmente, sottolinea Maurice Hirsch, l’Autorità Palestinese non menziona mai il fatto che uno “stato di Palestina” indipendente non è mai esistito, che prima del 1917 gran parte del Medio Oriente faceva parte dell’Impero turco-ottomano da 400 anni, che la Dichiarazione Balfour non fu un mero “capriccio” degli inglesi bensì una decisione adottata e ratificata dalla comunità internazionale alla Conferenza di Sanremo del 1920 e successivamente adottata parola per parola dalla Società delle Nazioni quando, nel 1922, istituì il Mandato Britannico sulla Palestina, che in quel momento comprendeva la Terra d’Israele (incluse Giudea e Samaria) e la Transgiordania (oggi Giordania).

Conclude Maurice Hirsch: pur sostenendo davanti alla comunità internazionale che Israele dovrebbe semplicemente ritirarsi dalle aree conquistate alla Giordania nella Guerra dei Sei Giorni del 1967 e che questo sarà sufficiente per arrivare alla pace, in realtà l’Autorità Palestinese ribadisce ogni giorno e in ogni occasione, davanti alla popolazione palestinese, che non si accontenterà di niente di meno che la cancellazione della Dichiarazione Balfour e l’annullamento delle sue conseguenze, ovvero la distruzione di Israele.
(Da: palwatch.org, 2.11.21)